Mai perdere
un minuto di questa emozione che è la vita( Liliana Segre 20 gennaio)
Siate
farfalle che volano sopra i fili spinati(Liliana Segre 29 gennaio)
Il
giorno della Memoria, e i giorni immediatamente successivi ad esso, sono stati dedicati
dalla
nostra redazione e da alcune classi della scuola alla figura di Liliana Segre
attraverso
la
visione di due video relativi
rispettivamente all'intervista
rilasciata a Milano al Teatro
degli
Arcimboldi e all'intervento a Bruxelles presso la sede del Parlamento europeo.
Seguono,
pertanto, dei lavori che, partendo dalla figura della senatrice a vita e dal
ruolo di
sensibilizzazione
che la stessa ha assunto in questi anni sul tema della shoah, ci offrono lo
spunto
per una riflessione relativa ad una pagina dolorosa della storia del Novecento.
Leggiamo
insieme
la ricerca relativa
alla biografia di Liliana
Segre e le riflessioni
alla
sua intervista realizzate dalle ragazze della II M e della I N.
Liliana
Segre nacque a Milano il 10 settembre 1930 da una famiglia ebrea.
Era
una ragazza come tante, ma a causa delle leggi razziali che si diffusero in
quel periodo fu costretta a lasciare la scuola.
Per
un periodo della sua vita visse a casa di amici con falsi documenti, poiché suo
padre si occupava dei suoi genitori.
Nel
1943 lei, suo padre e i suoi nonni fuggirono da Milano, ma al confine con la
Svizzera vennero respinti, poiché lì non accettavano Ebrei.
Lei
era una ragazza di soli 13 anni quando venne arrestata e tutto ciò solo perché
era ebrea.
Successivamente
venne portata ad Aushwitz dove i suoi nonni morirono e venne separata da suo
padre Alberto, che non vide mai più.
Per
circa un anno fu sottoposta ai lavori forzati all’interno di una fabbrica dove
producevano bossoli per mitragliatrici, finché dovette affrontare la cosiddetta
“marcia della morte” verso la Germania che durò circa due mesi.
Liliana
raccontò che nessuno poteva appoggiarsi all’altro e chi era stanco sarebbe
stato ucciso.
Lei
fu una dei 25 sopravvissuti.
Nel
45’ arrivarono gli Americani e i Russi che sconfissero i Tedeschi.
Quando
fu salvata lei non ebbe il coraggio di testimoniare, ma quando diventò nonna
capì che tutti dovevano essere a conoscenza di ciò che era successo.
Nel
2018 fu scelta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come
senatrice a vita e oggi continua a testimoniare per non far dimenticare ciò che
è successo e far sì che non accada più.
Proprio
in questo anno è stata più presente nel divulgare la sua testimonianza per
cercare di placare il clima di razzismo che negli ultimi tempi si sta
diffondendo in Italia.
Nel discorso rivolto agli studenti presso il
Teatro degli Arcimboldi di Milano ha cercato di incitare noi giovani a non
sottovalutare la potenza dell’odio e a
fare delle sue parole un faro e una guida.
Poiché
non avendo mai vissuto quell’orrore, noi giovani potremmo non credere che possa
riaccadere.
Invece
è corretto ricordarsi sempre che l’odio può diffondersi tra tante persone
provocando situazioni crudeli. Quindi non bisogna mai dimenticare.
Rebecca
Benvegna II M
Liliana Segre: una grande donna che ha combattuto per
la vita
Secondo
noi, Liliana è una grande donna perché ha combattuto per la vita affrontando il
dolore e, nonostante le minacce, ha avuto il coraggio di testimoniare per
invitare tutti a ricordare il passato e fare in modo che non capiti più.
Infine, la ammiriamo perché, nonostante quello che ha passato, afferma che la
vita è bella e che si deve combattere per essa.
Simona
e Carola Corrao, Iole Di Gregorio e Miriam Lo Giudice, II M
(Per la rubrica "La scuola siamo noi")
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