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La dott.ssa Claudia Ancona |
Giorno 29 gennaio, abbiamo avuto a scuola il gradito incontro con quattro persone - tre studiosi e una testimone diretta - delle persecuzioni di ebrei siciliani durante la seconda guerra mondiale.
Sono venuti in auditorium a raccontare le loro esperienze il prof. Francesco D'Agostino (autore del libro: "La Meschita: il quartiere ebraico di Palermo", il sig. Sandro Riotta (autore delle splendide foto del libro sul quartiere ebraico di Palermo), il prof. Alessandro Hoffmann, e la dott.ssa Claudia Ancona.
Ci ha molto colpito la testimonianza della dott.ssa Ancona, una fotografa di 43 anni, madre di un bambino, i cui nonni, di origine ebraica, sono sfuggiti miracolosamente alla cattura da parte dei nazisti. Il nonno della dott.ssa, il sig. Enrico Ancona, è arrivato a Palermo proveniente da Padova. A Palermo nel 1931 nonno Enrico si è sposato con Rosa Meschis: nella nostra città è nato poi il padre della farmacista, il signor Giulio Cesare Ancona, e la sorella Ada, sua zia.
Le memorie di quel periodo sono state raccontate alla dott.ssa Claudia da suo padre, che oggi ha 81 anni. Ma il padre non parla volentieri del periodo delle persecuzioni perchè per lui sono ricordi troppo tristi. Lo sono anche per sua sorella Ada che ancora oggi ha una tremenda paura del buio, dell'ascensore (perchè le ricorda i luoghi chiusi) e del rumore forte dei tacchi perchè le ricorda il passo deciso dei militari nazisti.
Il papà della dott.ssa Claudia assieme ai genitori e alla sorella Ada si recarono a Roma dove però avevano la paura di essere scoperti e arrestati, per fortuna lì furono avvertiti dal signore Edoardo Li Castri e così riuscirono a salvarsi, cambiando la loro identità utilizzando il nome Meschis.
Purtroppo non riuscirono a salvarsi i bisnonni Giulio e Ada e la loro figlia Irma, che morirono ad Auschwitz.
Ci ha davvero toccati la vicenda della bisnonna Ada, che avrebbe potuto salvarsi, ma che non uscì di prigione, nonostante fosse anziana, per non lasciare sola la figlia Irma, con la quale poi morì purtroppo nel campo di concentramento.
Gli alunni del laboratorio giornalistico
Il prof. Francesco D'Agostino e il prof. Alessandro Hoffmann