Da sinistra le docenti Angela
Vassallo, Rosaria Rita Anastasi, Bartola Orlando. Gli alunni Melissa
Maniscalco, Giulia Rizzotto, Clelia Faso, Teresa Sasso, Asia Terrana, Matteo Di
Maggio,Giovanni Lo Giudice, Riccardo Lo Giudice. Al centro il Dirigente
Scolastico Prof. Nunzio Speciale.
Nel pomeriggio di lunedì 27
gennaio, la redazione del nostro giornale è stata accolta in Presidenza per
l’incontro, pianificato da tempo, fra il Dirigente e i ragazzi del progetto
pomeridiano. Questi, vestendo per qualche ora i panni di consumati giornalisti
con la mise d’ordinanza e con la clipboard alla mano, non hanno esitato ad
esporre tutte le loro curiosità al Preside il quale, visibilmente a suo agio,
si è offerto con grande generosità alle loro domande. In tale circostanza è
stata realizzata la seguente intervista che proponiamo in versione pressoché
integrale.
--------------------------
Gentilissimo Dirigente, insieme ai nostri compagni e alle nostre
insegnanti, abbiamo messo a punto una serie di domande che ci piacerebbe porle
per capire un po’ meglio il suo lavoro così delicato e di primaria importanza
per il buon funzionamento della scuola.
La ringraziamo in anticipo per la disponibilità mostrata nel volerci
accogliere e per il tempo che ci sta dedicando.
Partiamo dalle prime domande sulla sua vita professionale:
1) Perché ha scelto di svolgere questa
professione e non un’altra?
-
Bene, la mia è una formazione umanistica, da
giovane ho frequentato il Liceo, poi mi sono iscritto alla facoltà di Lettere,
indirizzo classico. Ho sempre nutrito grande interesse per la cultura latina e
greca e ho iniziato il mio percorso lavorativo come insegnante liceale; nel
tempo, tuttavia, ho cominciato a maturare anche interessi di tipo giuridico, mi
sono appassionato agli aspetti organizzativi della scuola e, dopo aver vinto il
concorso, ho deciso di intraprendere la carriera di Dirigente.
2) Da quanti anni svolge questo mestiere?
-
Svolgo la funzione di Dirigente da sei anni. Ho
ricevuto il mio primo incarico da Preside in Lombardia, in provincia di
Brescia, poi ho ottenuto il trasferimento qui in Sicilia.
3) La scuola è situata in una realtà locale
per certi versi difficile. Come affronta quotidianamente le difficoltà che il
territorio le pone davanti?
-
Già quando lavoravo in Lombardia e valutavo la
possibilità di un trasferimento sapevo della “Cesareo”, sapevo che era
un’ottima scuola nonostante si trovasse in una realtà periferica.
4) Quando era piccolo, avrebbe mai pensato che
da grande avrebbe fatto proprio questo lavoro?
-
Quando ero molto piccolo, in realtà, il mio
sogno più grande era quello di guidare un treno, era quello il mio lavoro
ideale. Mio padre, che conosceva bene la mia passione per i treni, mi portava
alla stazione e lì tutti e due stavamo ad osservare partenze e arrivi. Rimanevo
incantato nel vedere le locomotive sfrecciare… il primo regalo che ricevetti fu
un trenino elettrico… mi viene un po’ da sorridere al pensiero che oggi invece
guido una scuola.
5) Il suo lavoro da Dirigente le dà più
soddisfazioni o più preoccupazioni?
-
Si tratta di un lavoro complesso, che richiede
molto impegno e comporta molte responsabilità, ma che è anche in grado di dare
moltissime soddisfazioni.
6) Cosa dobbiamo fare noi studenti per non
deluderla?
-
Come avrete visto dalla lettura delle circolari,
alla fine di ogni comunicazione rivolta ai docenti o ai discenti della scuola è
presente la frase “Sempre con passione per la scuola!”. Ecco, mi piacerebbe che
studiaste e vi impegnaste sempre con passione,
qualsiasi percorso possiate intraprendere, qualsiasi attività decidiate di
svolgere.
7) In cosa può ancora migliorare la nostra
scuola? Sono previsti dei fondi pubblici o privati a tal fine?
-
Come potrete bene immaginare, i fondi pubblici
ai quali attingono le scuole risultano spesso insufficienti rispetto alle reali
esigenze che si presentano quotidianamente all’interno di un istituto. Assume
allora importanza rilevante il contributo delle famiglie.
8) Cosa ne pensa dei progetti pomeridiani che
sono stati attivati nella nostra scuola?
-
Sono molto soddisfatto dei progetti pomeridiani
della nostra scuola. I progetti sono strettamente legati alla storia della
“Cesareo” e alla sua crescita nel tempo. Alcuni fanno storicamente parte delle
tradizioni dell’istituto ed erano già stati avviati negli anni precedenti al mio
arrivo; altri, invece, sono stato io a introdurli con l’intento di soddisfare,
oltreché le aspettative e i bisogni dell’utenza, i desideri e le competenze dei
docenti. Mi riferisco, non a caso, al
giornale della scuola che, trasformato da cartaceo a digitale, è stato inserito nella piattaforma di
Alboscuole con un non indifferente
aumento di visibilità.
A questo punto, vorremmo porle qualche
domanda sulla sua vita privata. Siamo molto curiosi di conoscerla anche come
‘persona’, non solo come Dirigente, pertanto le chiediamo:
9) Quale Istituto superiore ha frequentato
dopo la fine della scuola media?
-
Ho frequentato il Liceo Classico “Scaduto” di
Bagheria, una scuola molto valida che ha contribuito notevolmente alla mia
formazione culturale.
10) Quali erano le sue materie preferite?
-
Avendo scelto gli studi umanistici, mi piaceva
molto studiare il latino, il greco e l’italiano. Mi interessavano molto anche
la storia dell’arte e le lingue straniere. Non ho mai, invece, avuto un debole
per la matematica. Mi piaceva poco la chimica e non amavo l’educazione fisica,
forse anche per via dell’insegnante che avevamo.
11) Praticava qualche sport da ragazzo?
-
No purtroppo, dedicavo tutto il mio tempo allo
studio. È un mio rammarico, mi sarebbe piaciuto aver praticato una disciplina
sportiva.
12) Tra i suoi ricordi di studente, c’è qualche
episodio accaduto nella sua scuola legato ad atti di bullismo?
-
No, fortunatamente no. Il mio era un Liceo molto
serio e gli insegnanti erano molto severi ma estremamente attenti nei confronti
dei ragazzi e delle relazioni interpersonali tra studenti, sempre vigili e
pronti a salvaguardare ognuno di loro.
13) Quanto tempo dedicava allo studio? Ogni
tanto riusciva a concedersi qualche distrazione?
-
Mi
impegnavo per molte ore al giorno: iniziavo subito dopo pranzo, alle 15.00, e
studiavo per tutto il pomeriggio; riprendevo dopo cena e, in certi casi,
ripassavo le lezioni anche al mattino, prima di andare a scuola. Durante la
settimana non c’erano distrazioni, ma il sabato uscivo con i miei compagni per
una passeggiata e tutti insieme andavamo a mangiare una pizza. Con alcuni di
loro sono ancora in contatto. La foto che vedete alle mie spalle ci ritrae
insieme durante una serata organizzata poco tempo fa, una “rimpatriata” dopo
venticinque anni dalla fine della scuola. Il
Preside ci chiede di avvicinarci e di guardare la foto.
14) Quali sono i suoi passatempi preferiti?
-
La lettura è il mio passatempo preferito, anche
se non sempre oggi trovo il tempo di leggere durante la giornata. Non rinuncio,
però, al libro sul comodino per le letture serali; quelle non mancano mai.
Inoltre mi piace tanto anche la musica.
15) Ha mai partecipato da studente a un
progetto giornalistico?
-
Sì, certo, ho diretto la redazione giornalistica
del mio Liceo. Il nostro giornale si intitolava “The speakers’ corner”, in
omaggio al famoso “angolo degli oratori” di Hyde Park, a Londra. Si proponeva
di coinvolgere tutti coloro che desideravano scrivere e al suo interno vi erano
numerose rubriche.
16) Ha una squadra del cuore? Quale?
-
Tifo per l’Inter. In realtà questo interesse è
nato del tutto casualmente: da piccolo desideravo avere un completino da calcio
e mio padre, da tifoso del Milan qual era, ne cercò inutilmente uno della mia
misura con i colori della sua squadra preferita. Finì col comprarmi un
completino dell’Inter, l’unico che aveva trovato della mia taglia, ma io ero
contento lo stesso e decisi di diventare interista.
17) C’è stato un insegnante che ha lasciato un
segno importante nel suo percorso scolastico?
-
Ricordo ancora con molta stima la mia insegnante
di latino e greco, una professoressa bravissima e molto severa. E’stata lei a
suscitare in me l’amore per gli studi classici. Ha costituito per me un modello
anche nella sua severità. I bravi insegnanti devono anche essere severi, orientare
i ragazzi all’ordine, devono lasciare il segno e indicare una via da seguire.
18) Il suo lavoro le consente di trascorrere del
tempo con la sua famiglia?
-
Purtroppo dedico pochissimo tempo alla mia
famiglia, anche quando torno a casa spesso continuo a ripensare al lavoro a
scuola. Non è un bene, però, bisognerebbe vivere non soltanto di lavoro.
19) Quali erano i suoi sogni da ragazzo? Alcuni
tra questi si sono realizzati?
-
La mia ambizione era quella di diventare un
professore. Già a scuola, quando tutti i compagni sognavano di essere avvocati
o ingegneri, più per seguire le mode del tempo che per convinzione sincera, io
pensavo al lavoro del professore di liceo. Al momento dell’iscrizione
all’Università ero un po’ indeciso tra le lingue e le materie letterarie, poi
scelsi le lettere classiche. E con passione ho lavorato per raggiungere la meta
che mi ero prefissato.
Concludiamo la nostra intervista con
un’ultima domanda:
20) Siamo all’inizio del nuovo anno; quale
augurio vuole rivolgere ai ragazzi che frequentano la nostra scuola?
-
L’augurio che intendo rivolgere a tutti voi
studenti è che possiate sempre abbracciare con ardore ed entusiasmo le attività
che siete e sarete chiamati a svolgere, lo studio in primo luogo, ma anche i
vostri hobby e i vostri interessi preferiti.
Bene, Preside, l’intervista è terminata,
noi tutti la ringraziamo…
-
So che queste erano le domande che avevate
previsto di rivolgermi, ma abbiamo ancora del tempo e, se volete, possiamo
continuare la nostra chiacchierata. Avete altro da chiedermi? C’è qualcos’altro
che vi piacerebbe sapere?
Allora, noi ragazzi, sebbene colti alla
sprovvista dalla richiesta del Preside, non perdiamo l’occasione di fare
liberamente ulteriori domande al di fuori della scaletta concordata con i
nostri docenti.
Sì grazie, ci
piacerebbe sapere chi era a scuola il suo poeta preferito.
-
Amavo molto Giovanni Pascoli, mi è sempre piaciuto
il suo mondo, che in fondo è molto simile al mio, un mondo fatto di piccole
cose… Pascoli è il poeta delle piccole cose ma la forza dei simboli presenti
nella sua poesia è straordinaria.
Qual è il libro
che ama di più?
-
È difficile dirlo, i libri interessanti sono
tanti, ma forse il mio libro preferito rimane “Cuore”, di E. De Amicis. I
personaggi, gli alunni e gli insegnanti che incontriamo tra le sue pagine ci
parlano ancora oggi della scuola più bella e più vera.
Ci ha detto che
da ragazzo non ha praticato nessuno sport. Oggi quale disciplina sportiva le
piacerebbe praticare?
-
Mi piacerebbe praticare il nuoto, forse perché
amo molto il mare, il sole e l’estate.
C’è qualche
scelta compiuta nella sua vita che non rifarebbe?
-
No, non credo. Forse, però, mi rimprovero il
fatto di aver talvolta sopravvalutato alcune persone.
È
possibile utilizzare il PalaOreto per le attività sportive della scuola?
-
No, al momento non è possibile perché non
abbiamo ancora ricevuto tutte le autorizzazioni necessarie. Si tratta di uno
spazio che non ci appartiene per raggiungere il quale bisogna attraversare una
strada pubblica. Prima di poterne fruire, è necessario che tutto sia in regola.
Nella sua
carriera da studente c’è stato qualche insegnante che, a suo parere, non si è
comportato in modo corretto?
-
Ricordo una professoressa di italiano le cui
valutazioni non erano oggettive. Rimasi deluso dal suo comportamento perché non
valorizzava adeguatamente l’impegno dei ragazzi che avevano studiato in modo
approfondito gli argomenti nel corso di tutto l’anno scolastico. Equiparava i
risultati degli alunni più meritevoli a quelli di chi invece, solo in vista
dell’interrogazione, improvvisava una “preparazione last minute”.
C’è una persona che nella sua vita è stata
per lei un modello, un punto di riferimento, e le ha trasmesso la passione per
l’insegnamento?
-
Ricordo con molto affetto una mia cara zia,
faceva la maestra, la classica maestra delle scuole elementari, anche lei molto
severa…
Chi è il bambino
ritratto nella foto posta sulla sua scrivania?
-
Sono io, da piccolo. E’ una foto a cui sono
molto legato, poiché era lì presente al mio fianco mio padre, ormai scomparso. Prende in mano un oggetto ed aggiunge: sono
molto legato anche a questa statuetta che ritrae San Giovanni Bosco, per la sua
concezione della scuola e per il suo ruolo di maestro della gioventù, ma
probabilmente anche perché mi ricorda una mia esperienza di insegnamento presso
i Salesiani.
Quale obiettivo si prefigge di raggiungere con
il suo lavoro?
-
Dare un contributo a migliorare la società! Sorridendo nel rispondere a quest’ultima
domanda.
A questo punto il Preside ci sorprende rovesciando
i ruoli e diventando da intervistato intervistatore e con una sorta di flipped interview ci espone le sue
curiosità relative alla nostra vita scolastica. Quali motivazioni vi hanno
spinto a scegliere questo fra i tanti progetti presenti nella nostra offerta
formativa? Questo progetto sta soddisfacendo tutte le vostre aspettative? Ed ancora
più in generale: Quale percezione avete della Cesareo? Consigliereste ai vostri
conoscenti la nostra scuola? Perché?
Il Preside,
visibilmente divertito dalla nostre battute ed impressionato in modo positivo
dalle potenzialità e dalle capacità
giornalistiche di alcuni di noi, nonché dalle nostre risposte spigliate e
disinvolte, si è intrattenuto con noi in
una conversazione, a tratti informale, e soprattutto si è prestato con grande
disponibilità alle foto di rito che lo immortalano in mezzo a noi, senza tralasciare di
ringraziare noi e i nostri docenti per avere contribuito, in qualche modo, alla
realizzazione di questo momento.
Un Preside, dunque, che più volte ha sottolineato il senso
dell’aggettivo “severo”, ma che ci ha accolto in Presidenza, mettendoci a
nostro agio, soffermandosi e intrattenendosi con noi, raccontandoci di sé anche
attraverso i numerosi oggetti della sua scrivania e le fotografie a lui care e
soprattutto mostrandoci il suo spazio pieno di arredi che parlano della sua sicilianità
e che tradiscono un forte senso di appartenenza
alla sua terra; un legame solido che probabilmente lo ha indotto a
lasciare la Lombardia per tornare in
Sicilia.
Grazie mille e buon lavoro!
Grazie mille e buon lavoro!
La redazione