Siamo a Dicembre… La mia vita, come quella di altre persone, è cambiata a causa del Coronavirus. Pensavamo, con l'arrivo dell'estate, di essercene liberati: i contagi diminuivano costantemente, le mascherine non erano più obbligatorie e gli ospedali non erano più in confusione, come successo a marzo. Tutto il contrario.
Adesso ogni giorno ci sono sempre più positivi e si vive con il costante rischio di ritornare in quarantena.
Il lockdown è stata un'esperienza negativa a mio parere. Per un adolescente come me è stato molto difficile restare a casa per poco più di due mesi, senza poter fisicamente incontrare i miei cari ed i miei amici.
La scuola era chiusa. Fortunatamente, io e i miei amici avevamo modo di vederci grazie alle videolezioni. Ovviamente non studiavo tutto il giorno; il pomeriggio giocavo con i videogiochi e mi allenavo con mio padre. Quasi tutte le sere facevo una videochiamata con i miei nonni e i miei zii, in modo da sentirli più vicini. Durante la quarantena mi sono sentito triste e isolato dal mondo, ma ho riflettuto molto ed ho pensato che eravamo chiusi in casa per sconfiggere un virus che sta mettendo in ginocchio il mondo intero.
Purtroppo i casi continuano ad aumentare esponenzialmente e la possibilità di un nuovo lockdown mi rattrista e mi inquieta.
Viviamo in un momento delicato, nel periodo dei no-mask, dei negazionisti e delle proteste contro le istituzioni. Io non riesco a capire come certa gente possa negare l'esistenza di questo virus. Oltretutto il Covid ha colpito alcuni dei miei cari ed uno di loro adesso si trova in terapia intensiva.
Spero di non ritornare alla situazione di marzo, perché per un ragazzo come me è difficile non poter vedere i propri affetti per così tanto tempo.
La strada per debellare il virus è ancora lunga, riusciremo a farlo solo rispettando le regole ed avendo il buonsenso, cosa che al momento sembra mancare.
Matteo Di Maggio, 2F (per la rubrica "Una finestra sul mondo")
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