Dal mese di Gennaio la nostra classe ha iniziato il progetto di legalità con la lettura del libro “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando che nei panni di un padre spiega al proprio figlio (che ha 10 anni) la storia di Giovanni Falcone.
Ogni mercoledì, alla prima ora, con la nostra professoressa di italiano, leggiamo due/tre capitoli, sottolineando le parole chiave e soffermandoci su di esse, per capirne il significato e i concetti racchiusi in esse. Impariamo che cosa sono la legalità e la mafia, che nel libro viene più volte appellata come “il mostro” contro cui Giovanni ha combattuto.
Durante la lettura non mancano, poi, i collegamenti con altre figure che hanno lottato contro la mafia, tra queste Padre Pino Puglisi. Durante una lezione ad un nostro compagno è venuta l’idea di attaccare su una parete della nostra aula le foto dei tre eroi palermitani che hanno lottato per la giustizia (GIOVANNI FALCONE, PAOLO BORSELLINO e DON PINO PUGLISI) e così abbiamo realizzato , con l’entusiasmo di tutti, un angolino della legalità che funge da faro nel nostro cammino di crescita umana.
L’insegnamento principale che stiamo traendo dalla lettura del libro è questo: per essere rispettati non bisogna usare la violenza, né fisica né psicologica, e che essere rispettati non significa necessariamente essere mafiosi. Il paragone più bello che finora ci ha colpito di più è quello presente nel capitolo “Sgambettando, come Maradona”: come Maradona segnò goal vincendo la finale del campionato, così Falcone con il Maxi processo fece goal contro la mafia.
Noi ragazzi speriamo che un giorno, il più vicino possibile, ogni forma di criminalità organizzata venga sconfitta definitivamente, così che tutti i Paesi del mondo siano completamente liberi di esprimere idee, valori, iniziative e progetti, senza paura, senza vincoli né compromessi.
Simona Tomasicchio, Andrea Di Maggio e Roberto
A. Di Maria, classe 3^G (a.s. 2019-20)
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