Esattamente 28 anni fa, il 23 maggio, mille chili di tritolo
creavano uno squarcio nell’autostrada che collega il paese di Capaci a Palermo.
In quell’esplosione persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie, la
dottoressa Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta che accompagnavano i
due consorti, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. La mafia, oltre
a loro, ha ucciso tantissime altre persone, tutte persone che avevano una cosa
in comune, volevano combattere la mafia ad ogni costo. Io considero la mafia un
anti-stato, ma credo che in fondo essa sia frutto del mal funzionamento dello
Stato stesso; per comprendere bene questa cosa vi cito una brevissimo avvenimento
che si verificò durante un interrogatorio condotto dal procuratore Gaetano Costa
ad un mafioso. Costa chiese: “Allora, me lo vuole dire quando finirà di
esistere questa mafia?” Ed il mafioso rispose: “Procuratore, le racconto una
cosa. Un giorno, un ragazzo venne da me e mi disse che aveva una famiglia da
campare, due figli piccoli da crescere ed
era disoccupato, voleva un lavoro ed io glielo diedi.” “ E con questo?”
disse il Procuratore. “Aspetti, mi faccia finire. Il ragazzo ancora oggi viene
da me e mi dice che mi sarà debitore per tutta la vita e che è a mia completa
disposizione. Vede procuratore, la mafia finirà quando quel picciotto verrà da
lei a chiedere lavoro e non da me”. Questo brevissimo aneddoto narrato da Costa
fa comprendere come sia nata e come ancora oggi esista la mafia, un’organizzazione
criminale che io chiamo anti-stato e che è formata da persone che non possono
che essere definite la feccia dell’umanità. Tuttavia, ci sono state delle
persone più forti della mafia, capaci di farsi valere, persone come il Gudice
Falcone, il Giudice Borsellino, il Procuratore Costa, il Giudice Chinnici, il giornalista Mario Francese, il Presidente della regione Sicilia Pier santi
Mattarella e tanti altri ancora. Tutte queste persone sono morte per mano della
mafia e sapete perché? Perché la mafia aveva paura di loro, i mafiosi si
credono forti ma in fondo non sono nessuno, infatti quando arrivano uomini e
donne come Falcone e Borsellino, capaci di aprire gli occhi alla gente e di
dare il giusto esempio, i mafiosi cominciano ad avere paura di loro, cominciano
a temere che il loro castello possa d’un tratto crollare e quindi decidono di
togliere di mezzo questi uomini e queste donne che sicuramente sono più
coraggiosi di loro. Quando pensiamo alle persone che sono morte combattendo la
mafia, a volte ci commuoviamo perché di questi uomini spesso ricordiamo solo i
momenti brutti come i funerali o gli attentati, ed in fondo sono queste le
immagini che tendono a rimanerci più impresse. Invece li dovremmo ricordare con
il sorriso che avevano, pieno di speranza, la speranza che li spingeva a
lottare, la speranza di rendere Palermo e la Sicilia in generale ancora più
belle di quanto già lo siano. L’immagine della Sicilia è stata macchiata da uomini
che, fino a qualche tempo fa, era persino vietato nominare, genti che si
facevano chiamare “ uomini d’onore”, ma non lo erano allora e tanto meno non lo
sono adesso. Molto spesso la Sicilia è stata descritta come terra di mafia e
malavita, ma la Sicilia è terra di eroi, di guerrieri come Falcone e Borsellino
che avevano imparato a dominare la loro paura della morte al fine di estirpare
il male che l’affliggeva. A volte pensiamo che tutti quelli che hanno lottato
contro la mafia fossero uomini di ferro, senza paure e senza timori; in realtà
tutti quanti loro provavano paura, ma la
voglia di giustizia era più forte di qualunque altro sentimento. La mafia esiste soprattutto perché siamo noi
cittadini che la facciamo esistere. Paolo Borsellino diceva questo: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.” La lotta alla mafia parte da noi giovani, parte dai gesti quotidiani,
qualunque atteggiamento scorretto o prevaricatore è mafia. Non dobbiamo avere
paura di denunciare, non bisogna avere timore di loro. I mafiosi prosperano sui
silenzi della gente, sono questi che gli permettono di agire indisturbati e noi
non possiamo permettere che continui questa cosa, altrimenti le morti di questi
eroi saranno state vane. Peppino Impastato diceva una frase molto significativa:
“ La mafia uccide, il silenzio pure.”
È giustissimo
ricordare queste persone, ma non basta soltanto ricordare, dobbiamo agire,
dobbiamo combattere, dobbiamo rompere il muro di omertà che si è creato, non
dobbiamo avere paura. In fondo, i mafiosi sono come i politici: se non hanno il
sostegno dei cittadini, non hanno potere. A me piace ricordare coloro che hanno
combattuto per sconfiggere la mafia con il sorriso in volto, perché “gli uomini
passano ma le idee restano”.
Qui di seguito un video sugli uomini e le donne che costituiscono un esempio per tutti noi:
Giulia Rizzotto IC
(Per la rubrica "Una finestra sul mondo")
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