Ieri, tra le numerose vittime del coronavirus, è andato via anche uno scrittore a noi molto
caro, Luis Sepulveda.
Negli ultimi decenni, insieme ai loro insegnanti, generazioni
di scolari hanno imparato attraverso le corde poetiche e delicatissime dei
suoi racconti la gentilezza, la solidarietà, il rispetto per gli altri, l'amore per la natura, l’altruismo, l’amicizia.
Il suo sguardo sul mondo, leggero e incantato ma spietato e
acuto al tempo stesso, è diventato un po’ anche il nostro sguardo e, adesso che
non c’è più, ci mancherà.
Lo salutiamo con l’augurio che ancora tanti ragazzi possano
trascorrere in compagnia di Kengah, di Zorba, delle lumache del Paese del Dente
di Leone, del popolo dei Mapuche, della balena bianca e di tutti gli altri
personaggi creati dalla sua penna, ore liete e proficue.
La redazione
(Per la rubrica "Una finestra sul mondo")
“Sei una gabbiana. Su questo lo scimpanzé ha ragione, ma solo
su questo. Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una
gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo
sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come
noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare
tua madre, ma te sì. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall’uovo. Ti
abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un
gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i
tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene tu sappia che con te abbiamo imparato
qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a
rispettare e ad amare un essere diverso. È molto facile accettare e amare chi è
uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai
aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana.
Devi volare.”
(Luis Sepulveda, Storia
di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare)