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Nel secondo quadrimestre noi ragazzi della II C, con i professori Maria Rosa Tesè, Bartola Orlando, Silvana Morello e Gerlando Patti, abbiamo svolto un lavoro di approfondimento sul tema dello straniero per partecipare ad un concorso del Cidi “A scuola di Costituzione”.
Si tratta di un progetto che il Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti promuove da quindici anni d’intesa con l'Associazione Nazionale Magistrati e con la Fondazione Lelio e Lisli Basso Onlus per far sì che nelle scuole di ogni ordine e grado si realizzino, nel quadro dell'attività scolastica, percorsi curricolari finalizzati a ‘leggere’, ‘esplorare’, ‘praticare’ la Costituzione italiana.
La specificità del concorso del Cidi consiste nel dare un rilievo particolare al carattere curricolare dell’attività didattica volta alla conoscenza e alla pratica dei principi e dei contenuti della Costituzione, come terreno di incontro e confronto plurale e democratico, per rispondere ai bisogni educativi di tutti i bambini e i ragazzi, tenendo conto delle storie e delle culture da cui provengono.
La nostra classe ha scelto di approfondire l’articolo 10 della Costituzione e il tema dello straniero.
Il concetto di “straniero” è stato affrontato da vari punti di vista, anche noi italiani lo siamo stati per le nazioni in cui andavamo n cerca di una vita migliore e i ragazzi hanno scoperto che anche verso gli emigranti italiani c’erano le stesse diffidenze, le stesse paure di cui oggi sentono tanto parlare.
Difficile è stata la riflessione sulla paura che si prova a vivere a contatto diretto per le strade con gli stranieri, ma viviamo in una città con molti problemi, come tante città multietniche periodicamente deve fare i conti con paure vecchie e nuove.
Tra le tante esperienze importante la figura di San Benedetto il Moro, un santo africano, forse etiope, protettore di Palermo e ospitato nel convento della borgata da cui provengono tanti di loro, che sono molto legati a questa figura, ne seguono la storia perché inseriti in una realtà di quartiere molto viva e dinamica, impegnata nel continuare l’attenzione del santo verso i più bisognosi, i più fragili.
Il progetto quindi, sebbene con diversi limiti, ha rappresentato un’occasione unica di crescita dal punto di vista della tolleranza e della solidarietà vissuta, ha messo in discussione continuamente gli alunni e gli adulti che si confrontavano anche con le novità sul piano politico riguardo le regole di accoglienza, che in una città multietnica come Palermo erano date quasi per scontate, con una riflessione sul clima di paura che i ragazzi sentono peggiorato da un po’ di tempo.
I risultati nel complesso sono stati positivi dal punto di vista motivazionale, dell’interesse, della partecipazione attiva, la curiosità.
I ragazzi della II C.
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