In questo anno scolastico, nella nostra
“Cesareo”, abbiamo fatto un’esperienza molto interessante: un progetto per l’inclusione
proposto dai nostri insegnanti di sostegno.
Il progetto si focalizza
sull’attività di Coding, ovvero la capacità
di programmare linee di codice; si tratta di qualcosa di più del fare
matematica o informatica -"si tratta di
logica e di sviluppo del pensiero computazionale, quale strumento trasversale
di ragionamento critico e flessibile, che ci aiuta nell’interazione consapevole
non solo con la tecnologia ma con la vita di tutti i giorni ”- come dice la
nostra Prof.ssa di sostegno.
Ogni settimana, per due ore, in
giorni diversi, i nostri professori di sostegno ci accompagnano in aula
informatica: un incontro atteso con ansia da tutto il gruppo di otto compagni
appartenenti a classi diverse. E’ un momento di svago, di gioco, di libertà, di
gioia e non perché ci allontaniamo dalla lezione della classe!
E’ uno “spazio” diverso di
apprendimento, uno spazio aperto a tutti noi, anche a chi sembra meno bravo, a
chi mostra difficoltà, perché ti incoraggia a riflettere sui tuoi errori e ad
arrivare alla soluzione. Quando i nostri proff. ci hanno detto che avremmo
partecipato ad un corso di coding in
aula informatica, ci siamo preoccupati e abbiamo pensato subito che non saremmo
riusciti a combinare granché, alcuni di noi non avevano mai visto una tastiera prima
di allora! Immaginavamo di imparare ad usare il computer e invece abbiamo
scoperto come “ pensa”!
Alcune parole mai sentite prima
come codice, algoritmo e operatori
sono diventate familiari e ci hanno fatto capire come gli oggetti tecnologici
che usiamo tutti i giorni obbediscono a delle precise istruzioni, dal telefono
al microonde.
Il corso è iniziato quasi come un
gioco! Ci siamo trovati a collaborare, e a volte a sfidarci, per individuare la
strategia vincente da adottare per risolvere alcuni livelli difficili. Quando
scrivevamo il codice giusto per completare il livello con il minor numero di
righe, potevamo accedere a livelli sempre più complessi, e ragionando, passo
dopo passo, riuscivamo a trovare il modo più efficace per arrivare alla
soluzione. Pensate che il primo giorno di corso non abbiamo nemmeno acceso il
computer, cosa che ci è sembrata abbastanza strana, ma abbiamo scritto il
nostro primo “codice” utilizzando carta e penna e le frecce come operatori per
risolvere il nostro primo percorso. Durante le attività unplugged abbiamo elaborato dei diagrammi di flusso su operazioni
che compiamo ogni giorno come lavarsi i denti, e ci siamo accorti che un’azione
quotidiana per essere compresa da un computer va “tradotta” in una sequenza
precisa di operazioni elementari. Alle attività con carta e penna si sono
alternate le lezioni sulla piattaforma on-line (code.org): abbiamo iniziato con
il semplice “Puzzle”, per imparare a trascinare e rilasciare i blocchi
di codice; poi con le esercitazioni “Labirinto” abbiamo appreso il concetto di
sequenza e infine, con il laboratorio “Crea una storia”, abbiamo ideato una
semplice storia animata, nella quale abbiamo applicato tutti i concetti e abilità
appresi durante il corso. Il progetto di Coding per l’inclusione non è stata
solo l’occasione per utilizzare il computer, ma anche per apprendere un nuovo
linguaggio universale, che abbraccia tutti i campi, in quanto fa parte della
logica del pensiero.
Giovanni Santamarina 1^O, Aurora
Cammarata 1^O , Ginevra Costa 1^O, Beatrice Arena 1^I , Rebecca Caruso 1^I
(a.s.
2019-20)