lunedì 25 maggio 2020

Giovanni Falcone 23/05/1992

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Giovanni Falcone è stato un magistrato italiano che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia senza mai retrocedere di fronte ai gravi rischi a cui si esponeva con la sua innovativa attività investigativa, mosso da uno straordinario spirito di servizio verso lo Stato e le sue istituzioni. È stato tra i primi a identificare Cosa Nostra in un’organizzazione parallela allo Stato, unitaria e verticistica in un’epoca in cui si negava generalmente l’esistenza della mafia e se ne confondevano i crimini con scontri fra bande di delinquenti comuni. La sua tesi è stata in seguito confermata dalle dichiarazioni rilasciate nel maxiprocesso dal primo importante pentito di mafia, Tommaso Buscetta e, negli anni seguenti, da altri rilevanti collaboratori di giustizia.
Grazie al suo innovativo metodo di indagine, ha posto fine all’interminabile sequela di assoluzioni per insufficienza di prove che caratterizzavano i processi di mafia in Sicilia negli anni ’70 e ’80. Il metodo si avvale di indagini finanziarie presso banche e istituti di credito in Italia e all’estero e permette di individuare il movimento di capitali sospetti. Esso è tuttora adottato a livello internazionale per combattere la criminalità organizzata.
Rigore investigativo, indagini finanziarie ed estrema capacità di coesione all’interno del gruppo che è passato alla storia come il “pool antimafia”: queste le caratteristiche che hanno permesso la realizzazione del primo maxiprocesso alla mafia, il più grande risultato mai conseguito contro Cosa nostra. L’eccezionale lavoro di un manipolo di magistrati guidati da Falcone approdò al dibattimento pubblico che vide alla sbarra 475 mafiosi, tra boss e gregari. Esemplare la sentenza, che consentì alla magistratura di condannare all’ergastolo l’intera direzione strategica di Cosa nostra. Accuse poi confermate fino in Cassazione.
Il 23 maggio 1992, Giovanni e la moglie Francesca, di ritorno da Roma, atterrano a Palermo con un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall’aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40.  Tre auto,  una Croma marrone, una bianca e una azzurra li aspettano. È la scorta di Giovanni, la squadra affiatatissima che ha il compito di sorvegliarlo dopo il fallito attentato del 1989 dell’Addaura. Ma poco dopo aver imboccato l’autostrada che congiunge l’aeroporto alla città, all’altezza dello svincolo di Capaci, una terrificante esplosione (500 kg di tritolo) disintegra il corteo di auto e uccide Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
La fine di Giovanni Falcone potrebbe essere letta come una sconfitta dei giusti e dello Stato, come la fine di una speranza, ma in realtà la sua morte ha rappresentato l’inizio di una vera rinascita della società civile, che ha spinto le istituzioni statali a sferrare nei confronti della mafia un attacco tale da ridurre quasi al tappeto Cosa nostra.
Il 23 maggio è ormai diventata una data simbolo nella lotta contro tutte le mafie. Nel 2002, in occasione del decennale della strage di Capaci, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, coinvolge le scuole di tutta Italia per realizzare iniziative di educazione alla legalità che hanno il loro momento conclusivo proprio nell’anniversario del 23 maggio, per ricordare il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che rimangono nella memoria di tutti.
Crescono ogni anno gli studenti e i docenti che rispondono all’appello per la legalità, grazie anche alla collaborazione delle forze dell’ordine, di enti e di associazioni che condividono questo impegno. Anche la nostra scuola quest’anno ha deciso di aderire al flash mob, sensibilizzando tutti gli alunni all’iniziativa. Il progetto, già avviato dell’anno scolastico 2018/2019, viene ogni anno arricchito dai contributi degli studenti nelle tematiche relative alla responsabilità sociale delle imprese. Durante i mesi di aprile e maggio del corrente anno, mediante le modalità della didattica a distanza, noi alunni abbiamo lavorato da casa grazie all’attivazione delle classi virtuali. Il flash mob al quale abbiamo aderito ha previsto di pubblicare nella propria nella propria classroom l’immagine di Falcone e di Borsellino sotto la quale ciascun studente ha potuto scrivere una breve frase ricordo.

                                       Ricerca di Gloria Santostefano, classe IIIN
(Per la rubrica "Una finestra sul mondo")

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