mercoledì 24 aprile 2019

Maredolce e don Pino Puglisi: ciò che conta davvero …

           Martedì 26 marzo  scorso noi alunni della I C abbiamo svolto un’attività didattica molto istruttiva ed interessante: con la prof. Fragali ed il prof. Brucato siamo andati a visitare il castello di Maredolce e poi abbiamo visitato la parrocchia e la casa del beato Puglisi, un prete che è stato ucciso dalla mafia il giorno del suo compleanno (il 15 settembre 1993)  perché ha cercato in tutti i modi di togliere dalla strada i bambini per evitare che venissero a contatto con i mafiosi e per questo scopo organizzava anche tornei sportivi. 
       Il castello di Maredolce è stato una delle residenze del re normanno Ruggero II, si trovava all’interno di un parco usato dal sovrano per la caccia, per trascorrere le vacanze estive e per fare lunghe passeggiate ed era una delle principali attrazioni per i viaggiatori medievali.
         La prima cosa che abbiamo visto è stato il giardino all’esterno del palazzo; la guida ci ha raccontato che prima il castello era circondato da un lago artificiale, che poi è stato prosciugato perché hanno costruito un acquedotto sul monte Grifone e quindi hanno aspirato tutta l’acqua. La prima parte del parco è ora occupata da alberi di arance amare ed il resto da mandarini tardivi di Ciaculli. Questo giardino è bellissimo e, secondo noi, per la sua storia dovrebbe essere patrimonio dell’UNESCO. All’interno del castello, abbiamo visto tre sale: una moschea, una camera da letto ed una chiesa cristiana sormontata da una piccola cupola. 

       Ci ha colpito che c’erano sia una chiesa che una moschea: i Normanni e gli Arabi erano in pace tra loro e ciò dimostra che in alcuni periodi della storia è possibile mettere in pratica i veri valori della vita tra cui la fratellanza.
Il periodo più buio del castello è stato fra gli anni ’80 e ‘90 del Novecento quando fu abitato abusivamente. Pensate che addirittura, nella residenza che era stata di Ruggero II,  furono realizzati dei bagni privati, dei quali restano tracce ancora oggi. Pare anche che in una sala un secondo piano si sia nascosto il mafioso Totuccio Contorno.
        Terminata la visita, a piedi siamo arrivati alla chiesa di san Gaetano, dove ci hanno fatto accomodare sulle panche e ci hanno parlato del beato Pino Puglisi che amava molto i bambini e comprò un’area apposita per loro. La guida ci ha raccontato che aveva delle grandi orecchie perché gli piaceva ascoltare e che al momento della sua uccisione ha sorriso.
Usciti dalla chiesa, siamo andati al bar e dopo abbiamo proseguito il giro e ci siamo recati al centro “Padre nostro” , sulle cui pareti si trovano molti disegni realizzati dai bambini. 
                   Poi siamo andati nella casa del beato. Siamo entrati nella sala da pranzo, dove la guida ci ha spiegato che padre Puglisi  viveva lì con suo padre dopo la morte della madre; sul divano confessava tutti coloro che non andavano in chiesa. Nella stanza si trovano una libreria stracolma perché lui amava leggere e  la borsa che usava ogni giorno. C’erano le sue pagelle ed abbiamo notato, insieme con la professoressa, che aveva cinque in italiano.
Davanti il portone c’è la statua del beato con delle piante e dei fiori e lì abbiamo scattato una foto di gruppo. 


Questo luogo ci ha fatto riflettere su come una persona così semplice ha potuto rendere Palermo migliore. Questa uscita didattica è stata bella e ci ha fatto comprendere i valori fondamentali della vita.

Francesca Anselmo, Damiras Benefazio, Gabriel Di Stefano, 
Angela Mandalà, Ludovico Pitarresi: classe I C

giovedì 18 aprile 2019

Cesareo e Danilo Dolci: libriamoci insieme!

Presso la sede del Liceo delle Scienze Umane Danilo Dolci, la 3 F della scuola Cesareo e la I N del Danilo Dolci hanno vissuto un'esperienza intensa ed emozionante, affrontando la gara finale del progetto Libriamoci insieme, curato dalle professoresse Silvia Borruso e Giusi Dragotta.

"E' stato bello - afferma la prof.ssa Maria Rita Farina, docente del Liceo Danilo Dolci - vedere l'emozione tangibile degli alunni che stamattina aspettavano di partecipare alla gara di lettura dopo aver letto il libro "Cose che nessuno sa", dello scrittore palermitano Alessandro D'Avenia."  

Durante la competizione, che ha visto sul podio la I N, tutti gli alunni hanno dimostrato comunque di aver letto con grande passione il libro di D'Avenia, rispondendo con precisione e dovizia di particolari ai vari quesiti sulla storia narrata dal romanzo.

A conclusione della gara, il Dirigente scolastico del Liceo, il professor Domenico Di Fatta, ha offerto ai docenti e agli alunni un dolce rinfresco, che ha piacevolmente suggellato l'inizio di questa collaborazione tra i nostri Istituti.

"Questo progetto di lettura - ha sottolineato il dirigente scolastico professor Domenico Di Fatta - è l'espressione concreta di un curriculum verticale tra la scuola secondaria di primo grado e il Liceo". La Docente Nadia Citarrella, F.S. Orientamento ha poi aggiunto che tale attività si colloca appieno nell'ottica dell'orientamento scolastico. 































mercoledì 17 aprile 2019

"Oh, Harriet": il libro in una pagina

A conclusione di un percorso di lettura ad alta voce in classe, accompagnati dall'immancabile taccuino del lettore, noi alunni della 2^ L abbiamo realizzato il nostro One pager, condensando in una pagina Oh, Harriet,  il libro di Francesco D'Adamo.

Abbiamo usato un foglio da disegno e, dopo aver tracciato una cornice, vi abbiamo inserito le tematiche e le parole chiave del libro.
Lo spazio interno è stato suddiviso in cinque parti. Al centro il titolo e il nome dell'autore, in alto a destra i disegni dei personaggi principali accompagnati da brevi didascalie e in alto a sinistra una scena o degli oggetti simbolici, corredati  da una citazione pertinente. Lo spazio in basso a sinistra è stato dedicato alle connessioni tra il libro e la realtà, quello a destra alle nostre impressioni sull'autore e il suo stile di scrittura. Abbiamo poi coperto gli spazi bianchi con disegni e citazioni che hanno maggiormente attratto il nostro interesse. 

Di seguito un video -  in cui il nostro compagno Giovanni spiega il  lavoro realizzato  direttamente all'autore del libro, Francesco D'Adamo, che abbiamo incontrato a scuola il 15 aprile - e la carrellata dei nostri One pager.

Gli alunni della 2^ L





















martedì 16 aprile 2019

La bellezza del prossimo

          Mercoledì 27 marzo 2019, tutte le classi prime hanno incontrato nella nostra scuola due rappresentanti della missione “Speranza e carità”, un marito e sua moglie che hanno parlato della loro vita, della loro fede, di come sono entrati a far parte di questa associazione, di come trascorrono le loro giornate. 
Persone normali,  con un proprio lavoro, ma che sentivano il bisogno di vivere in modo autentico senza falsità e hanno deciso di cambiare stile di vita per essere utili alle persone bisognose. La moglie ha raccontato che inizialmente non credeva in Dio, ma il Signore tramite il marito ha agito in lei. Queste due persone conoscono la vera gioia e lo dimostra il fatto che erano davvero emozionate mentre parlavano, dedicano tutta la loro vita al prossimo, ai più deboli e a chi ha bisogno. Certamente sono un esempio da seguire in quanto ognuno di noi dovrebbe aiutare gli altri.
                   La missione di cui fanno parte è stata fondata da Biagio Conte, che ha deciso di abbandonare la sua famiglia, la sua casa e vivere in povertà per aiutare i senza tetto, i poveri, i migranti, i barboni di Palermo. A volte Biagio Conte è costretto a fare lunghi digiuni per ottenere aiuti dalle istituzioni.
                  La missione esiste da più di venti anni e offre alloggio, un letto e pasti caldi; i ragazzi ospiti vanno a scuola, gli uomini imparano un mestiere, la donne imparano a cucire e a cucinare; per i bambini c’è l’area gioco, ci sono orari stabiliti per giocare, mangiare, riposare, guardare film e cartoni animati. 
              Alla fine alcuni ragazzi hanno posto delle domande e tutti abbiamo offerto sacchetti con indumenti e cibo a favore della missione. Siamo stati felici di partecipare a questo incontro che ci ha aiutato ad amare e a rispettare le persone che abbiamo intorno. Questa esperienza si può riassumere con una frase: “Le cose belle ed importanti della vita non sono gli oggetti, ma le persone, gli altri”

Anselmo Francesca,  D’Amico Gabriele, Orefice Mattia,  Sanfilippo Stefano: I C