Che bello scoprire che, oltre a studiare con profitto, molti alunni della “Cesareo” sono anche autentici campioni sportivi! - Prof. le comunico in anticipo che il 3 aprile io e Domenico non verremo a scuola – Perché? – Perché parteciperemo a Taranto ai Campionati mondiali di jujitsu –
Scopriamo così che, oltre a Salvo Ferrante che si allena e gareggia con successo da anni, la III N ha due campioni di jujitsu, Giovanni Billè e Domenico Nicolosi, che condividono la loro passione sportiva con l’amico Matteo Grillo, che frequenta la III H.
Proprio Matteo, che ha partecipato con Domenico e Giovanni l’1 e il 2 Aprile 2017 ai campionati italiani che
si sono svolti a Taranto,
ha ottenuto
il primo posto per la sua categoria.
Matteo Grillo, III H, sul podio, campione italiano
Anche Giovanni è salito sul podio più alto, meritando l’oro nella specialità Duo System (Il Jūjutsu sportivo prevede tre tipi di specialità di gara: il fighting system, combattimento uno contro uno, il duo system, simulazione di difesa a coppie, e il ne waza, combattimento uno contro uno nella lotta al suolo).
Sul podio anche Giovanni Billè, III N
A questo punto, qualche notizia su questa disciplina sportiva che spera al più presto di diventare sport olimpico (Da: wikipedia)
Il jūjutsu (柔術?), spesso erroneamente chiamato jūjitsu, è un'arte marziale giapponese il cui nome deriva da jū (o "jiu" secondo una traslitterazione più antica, che significa flessibile, cedevole, morbido) e jutsu (arte, tecnica, pratica) (…) era praticato dai bushi (guerrieri) che se ne servivano per giungere all'annientamento fisico dei propri avversari, provocandone anche la morte, a mani nude o con armi.
Il jūjutsu è un'arte di difesa personale che basa i suoi principi sulle radici del detto "Il morbido vince il duro". In molte arti marziali, oltre all'equilibrio del corpo, conta molto anche la forza di cui si dispone: nel jūjutsu, invece, la forza della quale si necessita proviene proprio dall'avversario; più si cerca di colpire forte, maggiore sarà la forza che si ritorcerà contro. Il principio di base, quindi, sta nell'applicare una determinata tecnica proprio nell'ultimo istante dell'attacco subìto, con morbidezza e cedevolezza, in modo che l'avversario non si accorga di una difesa e trovi, davanti a sé, il vuoto. (…)
Il jūjutsu si diffuse nel resto del mondo grazie a quanti, viaggiando per il Giappone (principalmente commercianti e militari) a partire dall'era Meiji, lo appresero reimportandolo nel paese d'origine.
Oggi è praticato in numerosi paesi del mondo, con organizzazioni anche di carattere internazionale. In Italia la FIJLKAM Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, possiede al suo interno un settore dedicato.
Ecco un racconto che esemplifica bene la “filosofia” di questa tecnica di combattimento sportivo:
La leggenda del salice
Esisteva un tempo, molti secoli fa, un medico di nome Shirōhyōe Akiyama. Egli aveva studiato le tecniche di combattimento del suo tempo (…), senza però ottenere il risultato sperato. Contrariato dal suo insuccesso, per cento giorni si ritirò in meditazione nel tempio di Dazaifu Tenmangū. Accadde che un giorno, durante un'abbondante nevicata, osservò che il peso della neve aveva spezzato i rami degli alberi più robusti che erano così rimasti spogli. Lo sguardo gli si posò allora su un albero che era rimasto intatto: era un salice, dai rami flessibili. Ogni volta che la neve minacciava di spezzarli, questi si flettevano lasciandola cadere per poi riprendere la primitiva posizione.
Questo fatto impressionò molto il bravo medico, che intuendo l'importanza del principio della non resistenza lo applicò alle tecniche che stava studiando dando così origine ad una delle scuole più antiche di JuJutsu tradizionale, la Scuola Hontai Yoshin Ryu (scuola dello spirito del salice), tuttora esistente e che da 400 anni si tramanda tecniche di combattimento a mani nude e con armi in maniera quasi del tutto invariata.
Gli stili / metodi di jūjutsu in Italia: Il metodo Bianchi
La prima fugace apparizione del Jūjutsu in Italia si deve a Pizzarola e Moscardelli, marinai della Regia Marina, che nel 1908 ne diedero una dimostrazione al Re; ma Gino Bianchi (un marinaio), dopo quaranta anni, portò il Jūjutsu in Italia. Il Maestro Bianchi, già campione militare di Savate, era impegnato durante la Seconda Guerra Mondiale col contingente italiano nella colonia giapponese di Tien Sing (Tianjin) in Cina dove venne a contatto col Jūjutsu e, rimanendone colpito per l'efficacia, decise di diffonderlo una volta tornato in Italia. (…). Dopo la scomparsa del Maestro, il "metodo Bianchi" è stato razionalizzato nel 1974 dal M° Angelo Briano con il supporto dei maestri Dioguardi, Devoto, Comotto e Mazzaferro.
Cinture nel WJJKO/WJJF
Le cinture possono variare a seconda di dojo/palestra e/o federazione.
I gradi (kyu) nel Ju-Jitsu sono:
8º kyu bianca;
7º kyu gialla;
6º kyu arancione;
5º kyu verde;
4º kyu blu;
3º kyu marrone;
2º kyu marrone con una tacca
1º kyu marrone con due tacche
I gradi (dan) nel Ju-Jitsu sono:
Shodan - 1º Dan nera;
Nidan - 2º Dan nera con due tacche;
Sandan - 3º Dan nera con tre tacche o bianca e azzurra;
Yondan - 4º Dan nera con quattro tacche o bianca e azzurra;
Godan - 5º Dan nera con cinque tacche o bianca e azzurra;
Rokudan - 6º Dan nera con sei tacche o bianca e rossa;
Shichidan - 7º Dan nera con sette tacche o nera e rossa;
Hachidan - 8º Dan nera con otto tacche o rossa coi bordi neri;
Kudan - 9º Dan nera con nove tacche;
Judan - 10º Dan nera con dieci tacche.
Ecco infine altre foto dei nostri campioni:
Matteo Grillo, III H
Matteo Grillo, I a sinistra, Domenico Nicolosi. II da destra
Foto di gruppo (dal quotidiano on line: Palermo today)
(Le notizie sul Jūjutsu sono tratte anche da un'intervista a Matteo, Domenico, Giovanni e da notizie raccolte in particolare da alcuni alunni, tra i quali Gabriele Giambarveri, Chiara Di Vincenzo, Laura Carbone, Mirko Cirivello ...)